15 aprile 2013
Preg.mo
On.le Lapo Pistelli,
ho appena finito di leggere il Suo libro e devo complimentarmi non solo per la Sua competenza in ambito geopolitico, ma soprattutto perché si intravede il grande sforzo di fornire ai lettori una visione integrata delle dinamiche che hanno caratterizzato le diverse “Primavere Arabe”, evidenziando le interazioni tra vicende, lontane tra loro nel tempo e nello spazio, ma intimamente connesse e prodromiche della “tempesta perfetta” del 2011.
Pur essendo ampiamente a conoscenza delle questioni di geopolitica che fanno da sfondo alla Sua narrazione, occupandomi da vent’anni, da avvocato d’impresa e da giornalista divulgatore, delle stesse questioni sia pure nella diversa prospettiva dell’apertura di nuovi mercati di affari, ho davvero apprezzato come sia riuscito in modo efficace a dare l’idea, corrispondente al vero, che il fenomeno sia stato caratterizzato da singole detonazioni ma rappresentative di un fuoco che covava da decenni sotto la cenere, già dai primi tentativi dei primi anni 70 di “federare” la dignità di questi popoli così giovani e così dinamici.
Sono convinto che un lettore neofita, dalla Sua opera potrebbe comprendere la complessità e la profonda interconnessione delle vicende globali, e a mio avviso è un peccato che si sia scelta la formula dell’e book al posto di un libro tradizionale, che potrebbe diventare il “feticcio “ di ogni apprendista studioso di geopolitica.
Ho apprezzato, più della fine del libro in cui emerge l’imbarazzo per i limiti dell’approccio “antagonista “ dei contesti sociali ed economici di matrice islamica, il messaggio finale contenuto nel Suo articolo riguardante l’Agenda italiana pubblicato su Limes, e le potenzialità che potrebbe garantire al nostro Paese una nuova “equivicinanza” al mondo arabo(considero suggestiva la pagina di Facebook “Founding the Mediterranean Sea Cooperation Council”che ho creato dopo aver letto il suo articolo, con una provocatoria cartina sugli ipotetici schieramenti geopolitici del Mediterraneo).
Comunque, per concludere, è una buona notizia che persone adeguate e competenti come Lei siedano tra i banchi del Parlamento, sperando tuttavia si radichi prima o poi nella classe politica italiana una cultura e una sensibilità internazionale che argini gli approcci contraddittori e dilettantistici che hanno caratterizzato le uscite di questi anni recenti, dalle magliette di Calderoli e alle tende romane di Gheddafi fino alla sconcertante vicenda dei Marò.
Ho seguito il Suo appassionato intervento in Parlamento sui Marò; perché non considera l’ipotesi di presentare il suo libro a Bari, così centrale politicamente in queste ore, magari affrontando le vicende indiane con il Sindaco Emiliano, sicuramente sensibile al problema, per delineare le possibile strategie per liberare i Marò pugliesi Girone (barese) e Latorre (tarantino)?
Sono a disposizione se dovesse interessarLe questa proposta di presentazione “articolata” de “Il nuovo sogno arabo”, ma in genere per tutto quanto riguardi le questioni internazionali il cui interesse sicuramente condividiamo (solo FYI, parte della mia storia divulgativa è presente sui siti http://www.gaetanochianura.com e http://www.gaichianura.com, compresa una rubrica settimanale sul mondo internazionale su “La Gazzetta del Mezzogiorno” curata per quasi un decennio).
Per qualsiasi comunicazione sono rintracciabile su [email protected]; nel frattempo La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e La saluto cordialmente.
Gaetano Chianura
Buon lavoro
Alfonso Pavone
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