Ne scrivo come persona informata sui fatti. Lo conosco da 15 anni e ho condiviso un lungo pezzo di strada.
Ne scrivo così smetto di dare consulenze individuali a Roma a chi mi chiede di aiutarlo a capire.
Ne scrivo alla vigilia della riunione fiorentina, intestata originariamente a Pippo Civati, affollata da migliaia di democratici, giovani e non solo, alla ricerca di buona politica e da altri alla ricerca di un certificato di verginità restituita, e che porterà grande profitto politico al sindaco di Firenze.
Leggete “I barbari – saggio sulla mutazione” di Alessandro Baricco. E’ già tutto scritto lì. E’ un testo che sprizza intelligenza ad ogni riga e che definisce (non fermatevi ai pregiudizi suggeriti dal titolo) i confini del campo in cui collocare Matteo.
Bisogna applicare le regole sulla mutazione culturale a quel settore particolare della vita pubblica che è la politica.
Sono persona informata sui fatti.
Matteo viene da una famiglia impegnata nella sinistra dc, nasce all’impegno con i Comitati Prodi, ha lavorato con me come assistente parlamentare, è stato scelto come segretario provinciale del Partito Popolare prima e della Margherita poi e, proprio in quella qualità, è stato candidato ed eletto Presidente della provincia a 30 anni.
Uno straordinario percorso che – se scrivessi con altri intenti su un altro giornale – potrebbe tradursi in una serie di luoghi comuni capaci di incrinare il personaggio di oggi: prima portaborse, poi cooptato come segretario provinciale, poi imposto dalla partitocrazia come candidato Presidente.
Di questo straordinario percorso porto una qualche responsabilità personale.
Dopo l’esperienza in provincia, le primarie per Firenze, la vittoria contro i tre altri candidati (fra i quali il sottoscritto) e oggi questa altrettanto straordinaria fase di “visibilità” nazionale.
Matteo è veloce, la sua qualità migliore in un mondo politico che sembra frenetico ma tende in realtà al bradipismo, che enuncia in ogni intervento il grande cambiamento attorno a noi ma che stenta poi anche a spostare un posacenere.
La sua velocità serve a stare in sintonia con la generazione multitasking e che si stanca presto se non continuamente sollecitata; serve inoltre a non farsi mai inchiodare (come l’ombra di Peter Pan) ad un errore, ad una contraddizione.
Matteo è veloce nei passaggi da una posizione all’altra, comprende al volo quando un luogo smette di dargli più energia di quanta gliene assorba. E’ veloce nel mutare il punto di osservazione e nel mixare – come Jovanotti – i riferimenti simbolici: da De Gasperi a Cecilia Strada, da Zygmun Bauman a Stefano Borgonovo, da Giuliano Ferrara a Victoria Cabello, da Nicky Vendola a Bruno Vespa. Un sistema cosmico che non prevede stelle fisse ma che esprime il fiuto sempre aggiornato per ciò che viaggia sotto la pelle del moderno. E’ veloce nelle guerre, veloce nelle rappacificazioni poiché il cupio vivendi non ammette processi troppo complessi e poiché sa che il potere politico si fonda – come spiegava Machiavelli – sull’amore o sulla paura, non sulla stima. Che anzi la polarizzazione dei giudizi – chi lo ama, chi lo detesta – è la prima condizione per imporsi come personaggio pubblico di prima fila.
A Firenze, è un sindaco molto apprezzato. Ha riportato la città nelle cronache nazionali con le sue apparizioni (e di ciò i fiorentini sono provincialmente molto fieri), è ubiquo e ama il contatto con le persone che lo ricambiano. Ha imparato la lezione dei sindaci Rutelli e Veltroni; parlare sempre dell’amore per la città, delle cose che vanno bene, dello sforzo per migliorare quelle che non vanno, rimuovere radicalmente dalla comunicazione le tristezze e i dubbi, atteggiamenti che non si addicono ai leader coraggiosi. Ha accarezzato finora la città per il verso del pelo, privilegiando interventi immediatamente visibili (chiusure e demolizioni) e rinviando quelli di trasformazione strutturale, di cui parla volentieri ma che colloca in un tempo molto, troppo futuro. E’ un motivatore per la sua squadra: bastone e carota e una instancabile tendenza a fissare traguardi con l’annesso guardaroba di titoli e punti esclamativi: i 100 giorni, i 100 punti, le 100 piazze, il giorno della pulizia dei muri, quello del fiume, quello della chiusura del centro ecc.
Da conoscitore del marketing, usa la comunicazione come pochi altri.
Alterna giornali e televisioni tramite i quali comunicare le novità per tenerli tutti ben vicini a sé; costringe un giornalismo in crisi di astinenza a seguire i suoi post su Facebook e ad amplificarli; pastura quotidianamente una comunicazione locale “embedded” cui non lascia spazio e tempo per seguire altro, passa con disinvoltura dalla comunicazione istituzionale di Porta a Porta, al confronto duro di Annozero alle “pogate” di Victor Victoria, calcando semmai l’accento fiorentino se partecipa alle trasmissioni delle tv locali.
Così, ha occupato interamente il campo.
Il Partito Democratico locale ne vive di luce riflessa e lo insegue, talvolta irritato per i suoi scarti imprevisti ma sempre desideroso della sua approvazione.
Il PdL si è arreso da tempo: come contrastare un sindaco che parla direttamente con i vertici nazionali del proprio partito? Che ha assorbito parole d’ordine che parlano alla pancia della destra (la velocità della decisione, l’efficienza del comando, l’ottimismo, il rapporto forte e devoto con la Chiesa, l’ordine e la pulizia in senso fisico e morale)?
Quale sarà il destino di Matteo da “grande” ?
La sfida per il governo, come gli scrivono i suoi fan “dopo avere già salvato Firenze”? La sfida per la leadership del PD ?
Matteo ama l’azzardo ma è anche un abile costruttore di reti e strategie che dopo, semmai, racconta come scelte del cuore. La narrazione oramai mitologica delle primarie fiorentine che l’hanno lanciato, del “Davide contro Golia”, del “solo contro l’establishment”, del “l’abbiamo fatta grossa” è il suo capolavoro di comunicazione più riuscito, un senso comune oramai consolidato che ha in realtà molti molti debiti con la verità di quella storia. Ma tant’è.
Sulla scena nazionale, Matteo attende, strappa, stempera le reazioni, consolida con una passata di talk show, si ferma, presidia il campo, attende un altro po’, ristrappa, contrasta le reazioni con vigore proporzionale alla forza guadagnata, riconsolida con una passata di talk show, si ferma.
E’ un metodo. Si tratta di immaginare le prossime tappe.
La capacità, il calendario, perché no ? la fortuna, gli diranno dove posizionare l’alzo del mirino.
Il ruolo di Sindaco gli ha permesso di evitare il rimprovero di arrivismo. Lui parla per gli altri, non per sé. Nel frattempo, ha esposto Zingaretti, Chiamparino, Vendola, attende che il tempo logori; ha proposto di scegliere una donna.
Ha parlato con noia e fastidio delle formule aride della politica nazionale, dei riti parlamentari, delle burocrazie, sapendo bene che la politica romana è un gioco nel fango, che ci si sporca facilmente, senza volerlo, che ci si consuma a velocità doppia, e che dunque il primo titolo di legittimazione è parlarne “da fuori”, contrapponendo la dura vita reale alle mollezze del transatlantico, la concreta politica locale alle discussioni arzigogolate di partito. Come sparare sulla Croce Rossa.
Ha conficcato il chiodo simbolico del ricambio dopo tre mandati, senza eccezioni, evocando il senso comune calcistico che le squadre e gli allenatori perdenti vanno a casa. Lo Statuto parla chiaro. Basta leggerlo. Ma quei tre mandati senza eccezioni così narrati annientano il Partito Democratico di oggi. Non D’Alema e Veltroni, non Fassino e Bindi, non Marini e Finocchiaro, ma Melandri e Lumìa, Fioroni, Parisi, Follini, Treu, Franceschini, Gentiloni, Realacci, Chiti, Ventura, Maran, Zanda, Tonini, D’Antoni, molti altri, perfino Letta e Bersani.
Una battaglia così impostata produrrebbe l’effetto di “salvare” i più logorati e punire i meno esposti, salvando magari chi, portaborse, portavoce, portapancia, portacorrente ha una sola legislatura. La matematica come alibi di rinuncia del giudizio politico.
I giornali parleranno delle conclusioni di domenica ma Firenze varrà per la maratona del sabato. Ci saranno fuochi d’artificio ed effetti sorpresa, musiche, frasi proiettate, video, tutte cose che chi ha già lavorato con Matteo, conosce bene. Ma varranno le parole della politica. Ciascuno giocherà – come insegna Andy Warhol – la propria carta di freschezza, di linguaggio e di contenuto nei 5 minuti assegnati. Un modello pesantemente debitore ai formati televisivi del talent show.
“Potrebbe essere … il normale duello fra generazioni, i vecchi che resistono all’invasione dei più giovani, …e tutte quelle cose che sono sempre successe e abbiamo visto mille volte. Ma questa volta sembra diverso. … Di solito si lotta per controllare i nodi strategici della mappa. Ma qui, più radicalmente, sembra che gli aggressori facciano qualcosa di molto più profondo: stanno cambiando la mappa”.
E’ davvero così ?
Caro Lapo,
ho appena letto i tuoi pensieri su Matteo Renzi. Il puntodi partenza del tuo ragionamento – l’eccezionale definizione dei nuovi barbari di Baricco – ben si adatta anche secondo me al profilo umano e culturale del sindaco.
Due aspetti critici però: la cooptazione – come spesso ammette di esseren stato figlio anche Renzi – è stata fino ad oggi l’unico mezzo per potersi far strada in politica; salvo però decidere di rischiare e “metterci la faccia” come ha lui ha fatto nelle complicatssime e infide primarie di due anni fa e via via nel suo anno e mezzo di mandato, dai 100 luoghi alla rottamazione…
L’attivismo, la concretezza e soprattutto, io penso, la visione di cui Renzi è stato fino ad oggi portatore per la nostra città, hanno portato tanti fiorentini, come me, alla riscoperta dell’impegno politico.
Io stesso, ai tempi delle primarie, pur essendo da diversi anni residente a Sesto Fiorentino, potendolo avrei sostenuto te anzichè Renzi, salvo poi ricredermi nel corso del tempo (piuttosto breve a dire la verità). Con tutta la stima immutata che nutro ancora nei tuoi confronti, dubito che saresti riuscito a fare e a muoverti come sta facendo oggi il sindaco,liberatosi,nel bene o nel male, dalle zavorre di un partito (di cui peraltro ho la tessera e sono militante a Sesto F.), ancora alla ricerca di se stesso.
Speriamo in Santa “Leopolda”, a questo punto….
Un cordiale saluto,
Gianluca Giannini
http://www.facebook.com/#!/ggiannini2
PS: permettimi un’ultima osservazione: la scelta della foto di Renzi,in una posa un po’… “autarchica”, diciamo? è un po’ maligna e “feltriana” e forse non all’altezza dei ragionamenti che accompagna ma senz’altro la dice lunga su come inquadri il personaggio dal punto di vista “democratico”… senz’altro mi sbaglierò, ma forse… che tu sia forse un po’ più “barbaro” di quanto non pensi?;)
Ciao
Bella analisi che condivido. Soprattutto vorrei sottolineare che ancora aspettiamo le mirabolanti novità e azioni di Matteino, che fa molto il verso a Berlusconi. Ha pedonalizzato il Duomo come segno di “riconciliazione con la città“, quando la città si era espressa per farci passare il tram. Ovviamente la riconciliazione era con Berlusconi e i suoi, ma non mi pare che ne abbia ottenuto ancora un granché, se non niente (la stazione Foster è rimasta dov’era, niente legge speciale per Firenze, ferri corti con Bondi…). Per il resto mi pare tutta normale amministrazione. Più che altro sta muovendo le acque nel PD. Vediamo se sarà vera gloria oppure a livello nazionale la gente non si farà abbindolare dal venditore di fumo senza arrosto.
Gianluca, grazie dei commenti. Una sola cosa: la foto l’ho presa stamani trangugiando un caffè cercando la prima con uno sfondo televisivo. Tutto qui. Nessuna intenzione o lesa immagine.
Con amicizia. Lapo
Caro Lapo (non so se leggi i commenti) comunque il tuo articolo è condivisibile, ma:
1. i tre mandati sono davvero nello statuto? allora gli hanno regalato il “rinnovamento” su un piatto d’argento. Un partito dovrebbe rispettare le regole che si è dato.
2. gli errori della dirigenza sono stati grandi e hanno allontanato migliaia di elettori. Tantissimi non aspettano altro che una novità, almeno lui si muove il PD è in difesa dai tempi di tangentopoli, quando non rincorre gli avversari.
4. se oggi questa è la comunicazione politica ben venga uno che la sa fare, il problema è se riuscirà a (e se vorrà!) portare avanti nuovi contenuti: proprio quelli che in tutti questo anni sono stati abbandonati.
Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro.
Neri
da elettore del centro-destra a livello nazionale (a parte che il Berluska non lo sopporto ….x chiarire!) ho votato per il sindaco proprio perchè è NUOVO!
Tu caro Lapo sei invece un “giovane-vecchio”!
Sandro S
PS: ma cosa “asume” Giako? I fiorentini con un referendum hanno scelto di NON FAR PASSARE IL TRAM IN PIAZZA DEL DUOMO ……..
Ormai da tanti anni in politica va avanti chi può appoggiarsi ad un “padrino” o grande vecchio del partito.
Renzi nelle primarie non ha voluto alcun padrino ed ha detto chiaramente, prima delle elezioni, che se non fosse stato eletto avrebbe abbandonato la politica e sarebbe tornato a fare l’imprenditore.
Questa è la caratteristica, particolare, di Renzi. Non deve rendere conto ai maggiorenti del partito come invece fanno gli altri sindaci (es. Sesto, Campi, Calenzano e lo stesso Rossi).
Ma lo volete capire che così com’è oggi il PD non è nè carne nè pesce e corre il rischio di scissione e non riscuotere più il favore dei suoi elettori!
Ci vuole una ventata fresca di proposte concrete, sentite dalla gente e pubblicizzate in modo continuo, che portino di nuovo la gente a votare il PD con convinzione e non perchè Berlusconi non governa. Vediamo quello che saremmo capaci di proporre noi per contrastare il cosiddetto premier.
Lo scopo di questa riunione, detta dei rottamatori, mi sembra proprio questo.
Renzi sta a Berlusconi come Blair stava alla Thatcher.
Renzi puo’ davvero chiudere la pagina di B. in questo paese perche’ e’ quello che piu’ di tutti ha fatto i conti con questo ventennio. Il problema e’ che chiudere la pagina di B. significa anche chiudere la pagina di tanti del PD che ha citato …
ragazzi, che dire, una cosa è certa, uno spazio così su tutti i media d’Italia qualsiasi altro sindaco di Firenze non se lo è mai sognato..ora è il momento di farlo fruttare dicendo qualcosa..e lì mi sa che è il problema..
Cioni – come risulta dalle intercettazioni telefoniche pubblicate nell’autunno 2008 – diceva: «O vinco io o vince Renzi e va bene… o vince la Lastri e è un disastro… o vince Pistelli ed è un´epoca secondo me di quelle micidiali… quindi bisogna che si corra tutti e due, Renzi e io: se vince lui gli fo da vicesindaco, se vinco io fa il vicesindaco lui».
I rottamatori anagrafici mi sembrano proprio l’ultima spiaggia.Senza drammatizzare niente, buon bagno!
Caro Lapo buongiorno ,
ho condiviso con Primicerio l’opinione che saresti stato un ottimo sindaco .
A Firenze sappiamo tutti che non basta un buon sindaco ma occore formare una classe dirigente .
Avevo immaginato che si potesse aggregare un Advisory senior board per dare consistenza alla energia di quella che oggi potremmo chiamare ” giunta Renzi ” . Come stanno le cose lo sai benissimo . Mi dicono però che ti sei trasferito a Roma , come Paolucci e Zeffirelli .
Io resto in Borgo San Jacopo e vorrei poter contare ancora su di voi . Un abbraccio , Enrico .
Caro lapo, mi duole constatare che sei diventato un poltrinista anche tu!
La De Filippi fa delle trasmissioni adatte a questa mentalità.
provaci.
Giuse.
Devo essere proprio
pre-de filippi ma quest’ultima battuta proprio non l’ho capita. Neuroni, ragazzi, tiriamo fuori i neuroni e facciamoli
funzionare ….
caro lapo forse baricco avremmo dovuto leggerlo prima del 18 Pluviôse. bonne chance!
oltre che far uscire i neuroni, lapo, serve anche un posto dove metterli tutti insieme a lavorare. A Firenze chi non si adegua alla sua linea presidenziale da ducetto, che qualcuno si ostina anche a dichiarare del pd, è quantomeno un po’ stranito. Diamoci un appuntamento, sennò mi sa che parecchi di noi faranno la fila appena apre il primo circolino di Fli.
E’ curioso che un fustigatore di costumi ed un rottamatore come Renzi, che ha detto alla Finocchiaro di lasciare il posto ad un precario, poi per sostituire il responsabile della Protezione civile in comune, che va in pensione, faccia un ricco contratto con un pensionato di lusso, stranamente a lui molto vicino politicamente.
Solo coincidenze oppure è la solita storia di predicare bene e razzolare male?
Caro Lapo, credo nelle regole, e nel loro senso, perchè sono l’unico modo per giocare una partita credibile. Non ho votato Renzi alle primarie, ma l’ho votato alle amministrative. Convinitissima sul candidato? Non sono così ipocrita: ringrazio ancora Beppe Matulli per la sua lettera al Corriere Fiorentino del 30.5.2009 “… la soluzione migliore per Firenze è una investitura piena di Renzi, sin dalla prima votazione … senza creare alibi successivi, quando l’energia per superare le gigantesche resistenze al cambiamento dovrà essere impiegata tutta … un appello agli elettori a resistere alle sirene di esprimere voti che, legati a stati d’animo anche comprensibili, a memoria di appartenenze passate, e anche a simpatie o apprezzamenti personali, per far prevalere una considerazione sull’interesse della città …”. Il PD fiorentino nel frattempo si è squagliato, e Renzi, in splendida solitudine, si propone sia come Amministratore locale (l’anti Domenici) sia come leader nazionale. E “sfonda” con il mantra simbolico dei tre mandati: che è nello statuto PD. Come lo sono le primarie. Sono le regole. Salvo eccezioni… Molto all’italiana, insopportabile! Il mio status è rimasto quello di “socio fondatore” del PD weltroniano, di cui mi piacevano la vocazione maggioritaria e, sopratutto, le primarie. In Toscana si arriva a fare eleggere il segretario regionale in Regione senza primarie, con i cinque “del listino”: che senso ha? Sono “andata al mare” per la seconda volta (la prima era stata cinque anni fa, in conseguenza della indigeribile legge elettorale regionale). Presto per dire se Renzi è astro nascente o cometa passeggera, ha però dalla sua la efficacia comunicativa con la quale affronta un tema che l’elettorato del PD – o parte di esso, o almeno io – sente. Il tema è serio: se è troppo facile e greve dire “rottamiamoli”, è insufficiente rispondere “maleducato”: è peggio la risposta della provocazione. E se si ritiene utile che Ventura debba fare un quarto mandato, almeno venga a giocarselo con primarie sul territorio, è già pratico … (altro debito di verità, forse, nella storia delle primarie fiorentine). Un saluto, Anna
Caro Lapo. Mi è piaciuta moltissimo la tua lettera e dall’interno della struttura organizzativa alla sua guida posso confermarti che le cose stanno proprio così come le hai raccontate ( qui sembra di stare un po’ in una monarchia!)…
Nella speranza che Firenze si sprovincializzi nella cultura e nei giudizi, attendo una città che si rinnovi davvero partendo dalle scelte strategiche al di là delle comunicazioni e un partito che cominci dai contenuti per rinnovare le facce.
Caro Lapo, vedo con grandissima gioa sei tornato ad utilizzare questo strumento. Distanze che si accorciano, torno a godere delle tue riflessioni e questo è bello! Bella l’analisa che hai fatto e francamente capisco poco alcuni commenti che ne vogliono dare una lettura nostalgica o rancorosa. Questa è ora la nostra storia e si va avanti. Sono stato in questi tre giorni tre volte alla Leopolda. Escluso la prima volta che è stato più un saluta-saluta, nei due giorni successivi ho ascoltato diversi interventi. Ho notato come alcuni notabili avessero solo timbrato un cartellino di presenza ma anche di quanti abiano finalmente colto l’occasione di poter parlare per dare il proprio apportonei contenuti, i poter dire la propria opinione. Ho visto un pezzo di bella italia a cui è necessario dare voce che può e deve essere motore e o benzina di questo PD. Ho rivisto un nostro modo di ascoltare.
Un abbraccio
Sono lontano politicamente da entrambi ho lottato a denti stretti la DC del vota croce su croce, ho avuto modo di seguire entrambi in vari “comizi” voglio dire solo una cosa:
credo che il Sig Renzi che ha sempre sbandierato le sue capacità innovative abbia poco di cui vantarsi. Mi riferisco alla sua esperienza nell’Ente Provincia dove ancora sono rimaste aperte le piaghe del suo passaggio, feste per un genio che farebbe meglio a pensare davvero alla situazione che versa il paese e la città. Non voglio aprire una polemica sui numeri ma visto che ci tiene tanto a sbandierarli, a colpo d’occhio mi sembrano 400 posti a sedere occupati da molti riciclati che avevano messo le tende, ma i giornali invece danno altri numeri…. lasciamo perdere!
Condivido quasi tutto di ciò che hai scritto sul nostro sindaco, inizialmente io “tifavo” per te, eri più vicino al mio mondo; poi ho seguito il Renzi pensiero e l’ho trovato meno invischiato in quella palude da Gattopardo per cui non cambia mai niente, ognuno fa i propri affari e tutela gli interessi dei propri circoli.
Tu scrivi:
Matteo ama l’azzardo ma è anche un abile costruttore di reti e strategie che dopo, semmai, racconta come scelte del cuore. La narrazione oramai mitologica delle primarie fiorentine che l’hanno lanciato, del “Davide contro Golia”, del “solo contro l’establishment”, del “l’abbiamo fatta grossa” è il suo capolavoro di comunicazione più riuscito, un senso comune oramai consolidato che ha in realtà molti molti debiti con la verità di quella storia. Ma tant’è.
Mi spieghi per favore quali sono i debiti, è giusto che i fiorentini lo sappiano altrimenti sembrano pettegolezzi invidiosi.
Capisco il senso dell’ultimo commento, ma una pagina – quando è girata è girata – e l’ultima cosa che desidero fare è essere tirato per la giacca per tornare alla casella 1 di questo gioco dell’oca in salsa fiorentina.
Ho scritto quella frase perchè ciascuno ha le sue letture di cosa avvenne due anni fa, ma appunto sono passati due anni.
Io l’ho fatto da parecchio, parecchio tempo ma invito davvero tutti a guardare avanti.
Come scriveva Kierkegaard – non certo un allegrone ma una bella testa – “la vita la si comprende guardando indietro, ma la si vive guardando avanti”.
Un saluto a tutti.
Postilla inessenziale, ma doverosa per l’autrice. Nel mio commento – n.18 – liricamente e generosamente scrivevo: “… Presto per dire se Renzi è astro nascente o cometa passeggera …”. Dopo la notizia della visita ad Arcore, ritengo più appropriato scomodare un altro corpo celeste: la meteora (in parabola discendente). La mancanza assoluta di sensibilità istituzionale e politica che si intravede nella mossa lascia sconcertati. Anna
PS: per chi se la fosse persa, agli indigene fiotrentini segnalo l’intervista di Beppe Matulli a Repubblica – cronaca locale – del 4.12 u.s.: così, giusto per leggere un’opinione su tramvia e trasporto pubblico, stante l’assordante silenzio in proposito.
Vorrei aggiungere un piccolo contributo mettendo in fila le seguenti cose, che sono passate ma forse da poco:
Renzi ha chiuso l’ufficio biciclette
ha insabbiato i progetti
ha smesso di fare la manutenzione
ha fatto visita a Berlusconi a casa sua
durante l’emergenza neve era a chattare con i fans
durante le feste di natale ( un pò a sorpresa ) ha deciso l’abbattimento del tunnel ciclabile … e davvero bastava pulirlo
si fa fotografare in bici : guardate FB se non ci credete
ora: io non so se sia una meteora o un astro nascente, mi sembra piuttosto un meteorite che ha sfascia diverse cose, e devo constatare che il suo comportamento è contrario al programma elettorale, ed anche a gran parte del pensiero PD.
Questo è il nuovo? Anch’io ho sostenuto te, Lapo; ed infatti sono stata una delle prime a perdere il posto… Buon 2011!
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